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L’Incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria 

Articolo a cura della Dr.ssa Romana Vallone, Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia

L’incontinenza urinaria è condizione caratterizzata dall’involontaria perdita di urina in momenti e luoghi socialmente inappropriati. E’ un problema molto diffuso: in Europa circa il 9% della popolazione con più di vent’anni ne soffre. In Italia almeno 3 milioni di individui sono soggetti a fenomeni di incontinenza, la maggior parte dei quali sono donne: si calcola infatti che il 40% delle donne tra i 30 ed i 50 anni presenta disturbi di questo tipo, percentuale che sale di molto superati i 65 anni di età, Le pazienti spesso sono riluttanti ad esporre tale problema, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per la convinzione che si tratti di una condizione quasi “normale” legata magari all’età ed in ultimo per la scarsa conoscenza delle possibili terapie. Solo il 24% consulta infatti il medico per l’incontinenza urinaria, il 14% effettua poi accertamenti ed appena il 7% fa terapia specifica.

Classificazione

L’incontinenza viene classificata in diversi modi, ma da un punto di vista clinico possiamo distinguere tre grossi gruppi.

  • Incontinenza urinaria da sforzo: caratterizzata da perdite involontarie di urina in conseguenza di uno sforzo fisico come portare la spesa, o fare ginnastica, ma anche quando semplicemente si tossisce, si starnutisce o durante un movimento.
  • Incontinenza urinaria da urgenza: caratterizzata da perdite precedute o simultanee ad un desiderio improvviso, impellente di urinare ed inoltre da un significativo aumento della frequenza minzionale.
  • Incontinenza urinaria mista: caratterizzata dalla contemporanea presenza di entrambi i problemi.

Diagnosi

Il corretto inquadramento diagnostico è fondamentale per l’approccio terapeutico più mirato. Un attento colloquio e la Visita Uro-Ginecologica rappresentano il primo step che permette di inquadrare il problema. L’esame delle urine con urinocoltura consente di escludere alcuni problemi quali eventuali infezioni.

Il diario minzionale, come in una agenda personale o nel diario del cuore, è uno strumento molto utile essendo la registrazione delle minzioni e dei problemi compilata accuratamente dalla stessa persona incontinente.

L’ecografia renale e vescicale permette una valutazione anatomica-morfologica ed inoltre di escludere eventuali patologie organiche.

L’esame urodinamico è l’esame più importante poichè permette, valutando la dinamica minzionale, la funzionalità vescicale e sfinterica, di poter classificare definitivamente le perdite urinarie e quindi di inquadrare con più precisione il problema.

A questi esami eventualmente si possono aggiungere, a secondo della situazione, anche esami più specialistici come la Uretrocistoscopia per una visualizzazione endoscopica della vescica e la Cistouretrografia retrograda e minzionale per una migliore valutazione morfologica. Alla fine del percorso diagnostico potrà essere definito un piano terapeutico adeguato.

Terapie

Contrariamente all’opinione comune, la maggior parte delle persone incontinenti, dopo attenta valutazione, è meritevole di cura. La terapia dell’incontinenza urinaria prevede fondamentalmente questi possibili trattamenti:

  • Riabilitativo: si basa su esercizi specifici ( esercizi di Kegel) associati ad elettrostimolazione ed a biofeedback che mirano a rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere uretrale.
  • Farmacologico: le contrazioni capricciose della muscolatura vescicale sono dovute principalmente all’attività incontrollata di certi “interruttori” nervosi chiamati recettori.
  • Chirurgico: spesso la chirurgia è necessaria nei casi più seri di incontinenza da sforzo, quando sia contemporaneamente presente un prolasso genitale o quando altre cure hanno fallito.

Naturalmente la scelta del tipo di trattamento dipende dall’alterazione da correggere e dalle caratteristiche della paziente. Da qualche anno si è fatta strada un tipo di terapia Neuromodulazione/ Stimolazione del Nervo Tibiale che, agisce sui nervi coinvolti nel controllo della vescica e dell’uretra. E’ possibile infatti, stimolando con correnti elettriche di bassa intensità questi nervi, modularne l’azione con notevoli benefici soprattutto in quei pazienti con incontinenza da urgenza severa, con pollachiuria-nicturia, e in alcune cosiddette “ vesciche neurologiche” altrimenti non trattabili. 

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