Le allergie respiratorie
Le allergie respiratorie sono tra le forme allergiche più comuni, sia tra i bambini che tra gli adulti, e i Paesi a maggiore incidenza di queste patologie sono quelli più industrializzati.
In Italia ogni anno circa 9 milioni di persone si ammalano di malattie allergiche, fenomeno in crescita soprattutto tra i più giovani e le donne.
Inoltre bisogna segnalare che esiste una notevole differenza nella diffusione delle manifestazioni allergiche sul territorio nazionale: ad esempio l’asma bronchiale è più presente nelle zone costiere che nell’entroterra e la sua prevalenza cresce all’aumentare della temperatura media e al diminuire dell’escursione termica.
Le principali manifestazioni cliniche della malattia allergica respiratoria sono l’asma bronchiale e la rinocongiuntivite, sia nella forma stagionale che perenne. Esiste uno stretto legame tra asma bronchiale e rinite: infatti la prevalenza dell’asma è aumentata nei soggetti con rinite sia allergica che non allergica e la rinite stessa è un sintomo quasi sempre presente nei soggetti asmatici. La stessa rinite infine è di per se un fattore di rischio importante per lo sviluppo di asma bronchiale. Studi più recenti hanno dimostrato che i soggetti che soffrono di rinite cronica presentano spesso iperreattività bronchiale aspecifica; ecco perché per ogni anno che passa senza avere curato la rinite allergica, il rischio di sviluppare asma raddoppia!
Rinite allergica
E’ una delle manifestazioni cliniche di allergia più diffuse, dovuta all’infiammazione della mucosa nasale causata da allergeni respiratori. Essa è caratterizzata da una sintomatologia abbastanza tipica: starnuti “a salve” (anche 10-20 consecutivi) accompagnati da prurito o bruciore nasale, secrezione di muco generalmente acquoso, ostruzione nasale; nella forma accompagnata da coinvolgimento oculare può esservi lacrimazione profusa, prurito ed arrossamento della congiuntiva oculare, particolarmente frequente nelle allergie ai pollini. La durata della singola crisi può essere breve o può prolungarsi per molte ore. Tale sintomatologia ha in genere caratteristiche e tempistiche di insorgenza assai tipiche, che variano in rapporto all’allergene che la scatena, a seconda che esso sia stagionale (pollini di erbe o alberi) o perenne (acari della polvere, muffe, pelo degli animali).
La diagnosi
La diagnosi di rinite allergica si basa sulla concordanza tra dati clinici suggestivi e test diagnostici che dimostrino un meccanismo IgE-mediato alla base di tale sintomatologia. I test cutanei -skin prick test- rappresentano l’indagine diagnostica di primo livello per la facile applicabilità, per la discreta sensibilità e specificità e per il costo economico contenuto. La ricerca di IgE allergene-specifiche su siero -Rast test- potrà essere indicata in caso di discordanza tra anamnesi e test cutanei o in pazienti in terapia con farmaci antistaminici. Altri accertamenti possono essere presi in considerazione per la diagnosi differenziale, in particolare l’endoscopia nasale a fibre ottiche o la citologia nasale, che riveste particolare utilità in campo pediatrico, sia per la non invasività della metodica, sia per le importanti informazioni cliniche che quest’ultima ci può fornire. Per quanto riguarda gli aspetti terapeutici, la gestione della rinite allergica si basa principalmente su: allontanamento dell’allergene, terapia farmacologica, immunoterapia allergene-specifica, educazione del paziente.
Asma bronchiale
E’ la forma allergica più nota e diffusa. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono tra i 100 e i 150 milioni di persone che soffrono di questa condizione in tutto il mondo. La forma allergica prevale nel 50% degli adulti e nell’80% dei bambini. La crisi asmatica è generalmente caratterizzata dai seguenti sintomi: sensazione di “fame d’aria”, difficoltà respiratoria di diversa durata ed intensità, respiro sibilante o fischiante, tosse (che può precedere, accompagnare o segnare la fine dell’accesso asmatico), senso di soffocamento o di peso al torace. La crisi asmatica può durare pochi minuti, ore o addirittura in casi rari giorni, richiedendo a volte il ricovero. La diagnosi di questa patologia si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo ed è confermata dalle prove di funzionalità respiratoria –spirometria- . Quando si sospetta che l’origine dell’asma sia di natura allergica sono utili anche le prove allergometriche –skin prick test e dosaggio IgE specifiche sieriche- per un corretto inquadramento eziologico. E’ anche importante nei soggetti asmatici l’esclusione di altre patologie che provocano un respiro sibilante. L’asma che è difficile da controllare o refrattaria alle terapie di controllo comunemente utilizzate deve essere ulteriormente valutata per le cause alternative di dispnea, tosse e affanno. Le principali classi di farmaci normalmente usate nel trattamento dell’asma e delle sue riacutizzazioni comprendono: broncodilatatori (beta-2-agonisti, anticolinergici), corticosteroidi, inibitori dei leucotrieni, stabilizzanti dei mastociti, metilxantine ed immunomodulatori.
Allergie e Covid-19
In questo periodo un’attenzione particolare va posta al riconoscimento dei sintomi di allergia, che potrebbero venire confusi con quelli dovuti all’infezione da Covid-19. A questo proposito è bene ricordare che vi sono alcune differenze cruciali nella sintomatologia di una e dell’altra forma: prima fra tutte è il prurito, che generalmente accompagna le forme allergiche (prurito oculare, nasale, auricolare e all’interno della bocca) mentre è quasi sempre assente nelle forme virali da Covid-19. Ugualmente rilevante è la presenza di febbre, che accompagna molto spesso l’infezione da Coronavirus ma che è assente nelle forme allergiche. Per quanto riguarda la rinite infine, quella allergica si manifesta generalmente come un raffreddore acquoso spesso accompagnato da lacrimazione profusa e crisi di starnuti a salve e risponde bene alla terapia antistaminica, caratteristiche generalmente assenti nelle forme da Covid-19.
Allergia ed asma non sono fattori predisponenti all’infezione da coronavirus: secondo la World Allergy Organization bambini ed adulti asmatici fanno parte di quei soggetti cosiddetti a rischio, ma fortunatamente i dati che abbiamo a disposizione hanno messo in evidenza che la maggior parte di questi pazienti generalmente non contrae il virus in forma grave. Lo stesso vale per altre patologie allergiche come la rinite e la dermatite atopica. E’ molto importante però non sospendere le terapie antiallergiche, in particolare quelle per l’asma bronchiale, perché in un soggetto con asma non controllata l’infezione da coronavirus può portare a conseguenze anche gravi.
Articolo a cura della Dr.ssa Ginevra Menghi, Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica in forza nel comparto di Allergologia Pediatrica Gruppo Bios