A cura di Maria Giuditta Valorani – PhD, Research Associate, Queen Mary University of London – UK
https://www.bmj.com/content/bmj/365/bmj.l2323.full.pdf
Un interessante studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, diretto dal prof. Soren Brage, ha valutato il rapporto tra attività fisica e longevità in uomini e donne di mezza età ed anziani.
In questo studio pubblicato su la importante rivista internazionale, British Medical Journal, sono state seguite persone tra i 40 e i 79 anni, per 12 anni e mezzo, al fine di valutare gli effetti dell’attività fisica su la salute.
I risultati ottenuti da questo studio hanno messo in evidenza che il passaggio dalla vita sedentaria ad un’attività di circa 150 minuti settimanali, ha ridotto del 29% il rischio di morte per cause cardiovascolari e dell’11% quello per cancro.
In generale, a livello della popolazione, i ricercatori hanno calcolato che almeno 150 minuti a settimana di attività fisica, ad intensità moderata (che è inoltre il livello minimo di esercizio fisico raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), potrebbero in generale prevenire il 46% dei decessi associati all’inattività fisica.
Fino ad oggi la maggior parte delle ricerche si era soffermata sull’efficacia dell’attività fisica in alcuni momenti della vita degli individui, senza valutarne l’impatto negli anni, mentre in questo studio, dove sono stati reclutati 14.599 partecipanti, sono stati seguiti per otto anni i livelli di attività di uomini e donne e stabilito che l’esercizio fisico riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari ed anche di alcuni tumori.
I ricercatori, dopo i primi otto anni hanno iniziato a monitorare la mortalità ed hanno continuato in media per 12 anni e mezzo e durante questo periodo di tempo, sono deceduti 3.148 partecipanti, di cui 950 per malattie cardiovascolari e 1.091 per cancro.
È stata quindi misurata l’attività fisica complessiva svolta dai partecipanti, prendendo in considerazione il lavoro e il tempo libero, in termini di energia spesa per chilogrammo di peso corporeo.
Quindi si è osservato che il passaggio da una vita sedentaria ad un’attività fisica moderata, appunto almeno per 150 minuti a settimana, era associato ad una riduzione del rischio di morte: per qualunque causa del 24%, di morte per malattie cardiovascolari del 29% e dell’11% di morte per cancro.
In generale si è potuto osservare che tutti i partecipanti avevano beneficiato dell’esercizio fisico, anche coloro che, prima dello studio soffrivano di una condizione cronica grave, come malattie cardiache o cancro.
Quindi lo studio ha messo in evidenza che la riduzione del rischio di morte è associata all’aumento dell’attività fisica, indipendentemente dai livelli di attività pregressi e persino dal peggioramento di altri fattori di rischio come la dieta, il peso corporeo, l’anamnesi, la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo nel corso degli anni.
Nel particolare lo studio ha evidenziato che le persone che hanno raggiunto livelli di attività medi durante lo studio avevano il 38% di probabilità in meno di morire rispetto ai sedentari, ed il rischio era ridotto del 42% in caso di alti livelli di esercizio.